Per sintetizzare gli ormoni, la tiroide necessita di assunzioni di iodio pari a 150 mcg al giorno. Se non riesce a produrne l’ipofisi comincia a stimolarla producendo maggiori quantità di ormone TSH. Questo è il caso dell’ipotiroidismo, che può essere di diversi tipi, tra cui quello causato dalla tiroidite di Hashimoto.
Di fatto, la compromissione della sintesi di ormoni tiroidei da parte della ghiandola sembra verificarsi solo in condizioni di carenza di iodio. La fonte di iodio raccomandata per tutti è il sale iodato: con un cucchiaino al giorno ci si assicura la corretta assunzione di 150 mcg di iodio.
A molte persone che assumono la terapia ormonale sostitutiva a base di tiroxina viene raccomandato di evitare i prodotti a base di soia, perché interferirebbero col farmaco o comunque sarebbero dannosi per la funzione tiroidea, stessa accusa che spesso riveste anche le crucifere (cavoli, cavolfiori, broccoli, verza, rucola, senape ecc.), per le sostanze gozzigene naturali in esse contenute.
La letteratura è ancora controversa. E’ comunque interessante rilevare che recenti studi sostengono che la soia come alimento può essere usata dai soggetti che soffrono di ipotiroidismo come da tutte le altre persone, e lo stesso vale per le crucifere.